App Immuni, primi dati dalla Puglia

  • 14 giugno 2020
  • Carmen Toscano

È partita ufficialmente, dallo scorso 8 giugno, la sperimentazione dell’app Immuni in Puglia, Marche, Abruzzo e Liguria. 

L’app è stata creata da Bending Spoons, software house milanese. È nata in collaborazione tra il Governo, il Ministero della Salute ed altri enti pubblici. 

Dalla prossima settimana sarà, poi, disponibile su scala nazionale. 

Date le basse aspettative sulla sua reale utilità, la difficoltà nel quantificare in ogni Regione il numero preciso dei download effettuati, la proficuità dello scambiarsi giuste informazioni a riguardo, Radio Doppio Zero e il Da Bitonto hanno lanciato in concomitanza un sondaggio. È partito il 1 giugno quando in realtà negli store di Google e Apple era già presente l’app Immuni ed è stato diffuso tramite le pagine Facebook della radio e del Da Bitonto, Messanger, Whatsapp, Instagram, Linkedin, Twitter.

Buoni i riscontri. Hanno risposto 170 intervistati: 114 della provincia di Bari, 26 da un’altra Regione, 19 dalla provincia di Bat, 4 dalla provincia di Foggia, 3 dalla provincia di Brindisi, 2 dalla provincia di Taranto e altri due da quella di Lecce. Vario è il target d’età del campione in analisi. 

Ma quanti di loro hanno scaricato l’app Immuni? 88 intervistati hanno risposto non ancora, 55 sì, 27 non ho intenzione di scaricarla. 

Secondo il virologo Enrico Bucci, come ha affermato in un’intervista per Repubblica, il limite da raggiungere per rendere efficiente l’app Immuni nella sua lotta contro il Coronavirus nel totale rispetto della privacy è il 70%. Contando che secondo i dati del Ministero della Salute circa due milioni di italiani hanno scaricato l’app, quindi un 4% su scala nazionale, e che per il prof. Bucci circa il 66% possiede uno smartphone, le aspettative di riuscita degli intenti non sono molto buone.  

Ma perché non scaricare l’app Immuni? Tra le motivazioni più frequenti rilevate dal sondaggio in analisi vi è quella legata alla privacy, c’è chi ha chiesto chiarimenti a riguardo. Altri hanno risposto che è inutile scaricarla se non lo fanno tutti e che sarebbe stato meglio renderla obbligatoria. Altri ancora credono sia solo uno spreco di soldi o che la scaricherebbero solo per curiosità per poi eliminarla. 

Chi ha scaricato, invece, l’app ne ha dato una valutazione mediamente buona, consigliando di consultare il sito immuni.italia.it per ricevere chiarimenti e facendo appello al senso di comunità e corresponsabilità degli italiani per la lotta contro il Covid-19. 

Alcuni di loro hanno voluto segnalare le criticità riscontrate e tra queste il suo probabile contributo a provocare panico tra la gente.  Altri hanno mostrato difficoltà a comprendere il suo funzionamento, segnalato la non compatibilità dell’app con tutti i dispositivi elettronici che è un limite sostanzioso. Tra le criticità tecniche vi sono anche: il consumo rapido della batteria per via del Blueetooth e del Gps da tenere sempre accesi, il timore della non tutela della privacy. Altri ancora hanno affermato che per aumentare l’utilità dell’app bisognerebbe aumentare il numero dei tamponi.  

Intanto, la sperimentazione dell’app, che potrebbe essere migliorata com’è già successo, continua.


Condividi su:

torna indietro