Confermata la sentenza in appello, il Bitonto in serie D

  • 13 settembre 2020
  • Mario Sicolo

Dal dilettantismo al professionismo, andata ingannevole e mesto ritorno, senza neppure giocare. Questo è lo scenario scaturito dal dramma sportivo che si è consumato nel pomeriggio di venerdì, quando la Corte federale d'appello a sezioni unite della Figc ha respinto tutti i reclami presentati dalle parti in causa colpite dalla sentenza di primo grado del Tribunale nazionale sulla combine che alterò il risultato di Picerno-Bitonto del 5 maggio 2019.

Il presidente Mario Luigi Torsello e i suoi collaboratori hanno accolto soltanto parzialmente i ricorsi dei calciatori Michele Anaclerio e Francesco Cosimo Patierno, che hanno avuto uno sconto di pena e saranno squalificati rispettivamente per un anno e otto mesi il primo, per un anno e quattro mesi il secondo. Al sodalizio bitontino restano pesantissimi come un macigno esiziale quei 5 punti di penalizzazione da scontare nella stagione 2019-'20,  che fanno retrocedere al secondo posto i leoncelli, di fatto inchiodandoli alla serie D.

Decisione ritenuta "incomprensibile e oltremodo punitiva" dai bitontini, che contraddice, altresì, la volontà della Federazione stessa che, lo scorso giugno, aveva promosso in Lega Pro il club guidato dall’imprenditore Francesco Rossiello. Estremo, e molto flebile, barlume di speranza, infine, potrebbe essere rappresentato dal Collegio di Garanzia, grado esofederale di giudizio, che allungherebbe di molto i tempi, andando a cozzare così con la necessità manifestata dalla Lega di varare a stretto giro di posta gironi e calendari.

Inequivocabile la posizione dei tifosi, che in uno striscione apparso sulla ringhiera del fossato del Torrione auspicano che restino "fuori dalla città chi ha tradito la nostra dignità", immediata la solidarietà del sindaco Abbaticchio al patron Rossiello, "fautore di un grande sogno".


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