
Diodato incanta Barletta: “Suonare qui ha un significato ancora più forte”
Un concerto delicato e potente, tra poesia e denuncia civile. Domani sera sarà la volta di Tananai.
- 05 agosto 2025
- Eventi
- Viviana Minervini
Una scena buia, il silenzio in attesa, poi la retroilluminazione che ne svela la figura, sottile, raccolta, vibrante. Così è iniziato il concerto di Diodato, uno degli appuntamenti più intensi dell’Oversound Music Festival, evento firmato Pdl Comunicazione & Eventi nell’ambito del “Barletta Summer Festival”. Il pubblico è stato subito catturato da Un’altra estate, primo brano in scaletta, e da lì è iniziato un viaggio musicale fatto di bellezza, verità e coinvolgimento emotivo.
La voce di Diodato ha accarezzato l’aria come un soffio d’anima, modulando con delicatezza le sue canzoni più intime (Adesso, Mi si scioglie la bocca, Alveari, Così speciale, Ma che vuoi, Patologia), fino ad arrivare ai brani più noti e incisivi, tra cui Un atto di rivoluzione, Fino a farci scomparire, Ti muovi, Molto amore e Fai rumore, vincitrice del Festival di Sanremo 2020. Suggestiva anche l’interpretazione in spagnolo della struggente Cucurucucu Paloma.
Uno dei momenti più toccanti della serata è stato l’omaggio alla sua città, Taranto, con La mia terra. “Suonare questa canzone qui in Puglia, su questo palco a Barletta, a pochi chilometri dalla mia città – Taranto – a cui l’ho dedicata, mi emoziona ancora di più”, ha detto Diodato. E ha proseguito con parole che hanno attraversato la platea come una carezza e un pugno al tempo stesso: “In questi giorni, in cui ancora una volta i tarantini vengono definiti sacrificabili, in cui ancora una volta dobbiamo chiederci quanto valga la vita di un essere umano, quanti posti di lavoro valga la vita di un essere umano, in cui veniamo squalificati per attivismo, in cui ci sentiamo un po’ invisibili, come quella cosa che definiamo ambiente, suonare La mia terra ha un significato ancora più forte. Spero davvero di vedere, prima o poi, la mia città, Taranto, splendere di tutta la sua luce”.
Poi, come un sigillo su un diario condiviso, Che vita meravigliosa. Una dedica collettiva, un inno pieno di malinconia e gratitudine, che ha sancito l’abbraccio finale tra l’artista e il pubblico. Un momento lungo, prolungato, senza fretta. Diodato, visibilmente commosso, ha ringraziato gli spettatori con un gesto tenero e fuori dal tempo: insieme a tutta la sua band, ha fatto inchini, mandato baci, salutato con affetto per lunghi minuti, restando sul palco come si resta su un molo a salutare chi parte, senza riuscire ad andare via.
Con lui sul palco, una formazione d’eccezione, ognuno con una propria voce e anima: Andrea Bianchi, alle chitarre, ha disegnato trame melodiche che sembravano sussurri elettrici; Lorenzo Di Biasi, alle tastiere, ha steso tappeti sonori che accarezzavano il canto e lo accompagnavano come vento leggero; Gabriele Lazzarotti, al basso, ha tenuto insieme pulsazione e respiro con eleganza e precisione; Alessandro Commisso, alla batteria, ha scandito i tempi del cuore con tocco morbido e presenza sicura; Rodrigo D’Erasmo, al violino, ha donato al suono una vena struggente e cinematografica, densa di emozione; Dani Falletta, ai suoni di palco, ha cucito ogni dettaglio con attenzione invisibile ma essenziale, come solo i maestri del silenzio sanno fare.
Il festival continua domani sera con Tananai, uno degli artisti più amati della scena pop italiana, atteso alle 21.30 sempre nel Fossato del Castello. Con il suo Summer Tour e i brani del nuovo album CalmoCobra, Tananai porterà a Barletta un sound maturo e coinvolgente, tra pop, elettronica e introspezione, con hit come Veleno e Storie brevi.